Viaggio nella poesia europea contemporanea

Viaggio nella poesia europea contemporanea

Intervista a Monica Guerra, Presidente di Independent Poetry, traduttrice, esperta di poesia romena. Ne parlerà all’Associazione A. Rosmini di Trento giovedì 28 marzo 2024 h.17 in collegamento tramite zoom (link: https://us02web.zoom.us/j/82478134063)

Quali sono stati, da lettrice italiana, i suoi primi incontri con la poesia romena?

Conoscevo diverse opere di Ana Blandiana (pseudonimo di Otilia Valeria Coman) autrice largamente tradotta nel nostro Paese e spesso invitata a festival letterari; una voce di riferimento del panorama romeno ma certamente non l’unica di rilievo. Ana Blandiana appartiene a un gruppo di autori che ha attraversato il periodo del regime comunista e che, rifuggendo ogni artificio retorico, ha dato voce alla resistenza. Conoscevo anche i versi di Nina Cassian (1924-2014), autrice pubblicata da Adelphi e che, proprio in seguito a questa pubblicazione, ha goduto in Italia di una particolare notorietà, forse a discapito di altre grandi voci. Una nota a parte mi preme dedicare a Paul Celan (Paul Antschel, 1920-1970), da sempre prediletto, autore di riferimento della Seconda Guerra Mondiale, che però è solo parzialmente riconducibile al territorio romeno. La sua opera, prevalentemente in lingua tedesca, è stata testimone del grande male del nazismo, ma rappresenta anche uno scavo nell’abisso di ogni uomo. Una poesia del dolore e dello sradicamento dove la parola, entro i suoi stessi limiti, si trasforma in una possibile dimora.

Com’è stato il suo viaggio nella poesia romena quando ha cominciato a frequentare il Paese?

La prima opera letta è del padre fondatore della poesia romena Mihai Eminescu (Mihail Eminovici, 1850-1889): un poemetto metafisico/simbolico che mi ha subito catturato Lucefarul (Iperione). Ho vagato poi nella tradizione popolare, tra leggende e canti, rapita dalla bellezza dei luoghi, dal folklore ma anche dalla pregnanza morale dei significati. Grazie all’opera critica e di traduzione di Marco Cugno e Marin Mincu mi sono avvicinata ai grandi autori interbellici (George Bacovia, Lucian Blaga, Ion Barbu, Ion Vinea e Tudor Arghezi) e ai poeti vissuti durante la dittatura (tra questi Nichita Stănescu, Marin Sorescu, Ion Gheorghe, Angela Marinescu) scoprendo un patrimonio di versi visionari e coraggiosi e godendo di una musicalità che talvolta la traduzione lede.

Ci sono stati incontri con la poesia contemporanea?

Negli ultimi anni ho tradotto diversi testi di Constantin Severin, poeta e artista che devo ringraziare anche per la guida nella selezione degli autori che saranno presentati nella rassegna Viaggio nella poesia europea contemporanea, promosso dall’Associazione A. Rosmini di Trento. È stato facile cadere nella profondità dei suoi versi, seguendo la tensione verticale – ora di scavo, ora di elevazione – tra rimandi mitologici ed elementi della vita, una miscela di tradizione e di consapevolezza del presente che avvicinano la poesia al lettore. Grazie a lui è iniziato il mio viaggio tra i poeti romeni contemporanei, viaggio di studio e di ricerca che spero mi conduca, attraverso la frequentazione della lingua, a tradurre autori importanti e poco tradotti in lingua italiana come Ion Muresan, Aura Christi, Nichita Danilov e Liviu Ioan Stoiciu.

Se dovesse scegliere tra queste voci qualche verso significativo, su chi si orienterebbe?

Lo sguardo di Orfeo di Constantin Severin:

ho sempre scritto cercando lo sguardo di Orfeo al di fuori delle cose /lo sguardo-musica nel cuore del vuoto che muove astri e pianeti/uno sguardo colmo d’amore che amplifica la vita in paradiso e la morte all’inferno/lo sguardo che perde Euridice per vincere il canto//ho sempre scritto cercando lo sguardo di Orfeo all’interno delle cose/lo sguardo-ninfa nel cuore della materia che nutre foglie e radici/uno sguardo carico di tutte le nostre storie chiare e oscure /lo sguardo che in questa poesia si frantuma in mille farfalle roride…

 

 

 

The antonym

The antonym

THE GREY DAYS ARE LAKES AND OTHER POEMS

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Translation by Patrick Williamson

*

we sail by sight
among the trunks of pines

like sheer mangroves
deep in lakes

the discovery in the well
is a tomb chorus

the geomancy a chapter
filed

*

navighiamo a vista
tra i tronchi dei pini         

come mangrovie a picco
dentro i laghi

nel pozzo la scoperta
è un coro tombale

la geomanzia
un capitolo archiviato

*

among these shadows the step
is stale bread under
the crust            come true
the outrage of the swamp

it is always night before
time                   in time
in the neck of stones
it is always night

the gestation of light

 

*

tra queste ombre il passo
è un pane raffermo
sotto la crosta si avvera
l’oltraggio della palude

è sempre notte prima
del tempo   nel tempo
al collo delle pietre
è sempre notte
la gestazione della luce

 

Il pietrisco

Il pietrisco

Il 31 gennaio alle ore 21.00 Monica Guerra è ospite assieme a Michele Donati di Il Pietrisco, nell’occasione entrambi leggono testi inediti legati all’alluvione che ha colpito la Romagna nel maggio 2023.
Versi e riflessioni ruotano attorno al cambiamento climatico, all’incuria e alla normalizzazione degli stati emergenziali.
La serata è intitolata “presenti e vivi”.

 

 

 

Scatti di Poesia

Scatti di Poesia

La mostra fotoletteraria “Scatti di poesia” sarà inaugurata il 27 novembre 2023, alle ore 18.00, presso il Centro Polifunzionale degli studenti dell’Università degli Studi di Bari ‘Aldo Moro’.

Lino Angiuli

 “La decima edizione! Un ciclo che si compie o una traiettoria che si apre verso nuove progettualità? Non è dato saperlo, ma è certo che dieci anni di incroci fra due diversi linguaggi creativi, cui quasi sempre si sono associate due diverse direzioni (quella ‘orizzontale’ del paesaggio e quella ‘verticale’ della parola) e poi ancora due dimensioni (quella dello spazio presente e quella del tempo della memoria) non possono passare invano. Ed è certo altamente simbolica la circostanza in cui cade questa edizione speciale: il centenario della nascita di Italo Calvino (15 ottobre 1923), lo scrittore più visionario ed eclettico del Novecento italiano, al quale è dedicata questa edizione.” (dal Catalogo decennale edito per l’occasione dalla QuorumEdizioni)

 

Terracqua – Museo di Scienze Naturali Malmerendi

Terracqua – Museo di Scienze Naturali Malmerendi

Terracqua/
ore 21.00
collettivo poetico con gli autori: Giancarlo Sissa, Gianfranco Lauretano, Giorgia Monti, Michele Donati, Monica Guerra, Rossella Renzi, Sandro Pecchiari e con un recitativo di Alessandra Gabriela Baldoni.
ore 22.00
Live set Elettro-acustico sintetizzatori, chitarra e percussioni a cura di Michele Ragazzini e Enrico Andrini.
Tramonto 505

Tramonto 505

Torna, per il secondo anno, il festival dei calanchi, il progetto che ideato dal Museo Carlo Zauli e sviluppato insieme al Comune di Faenza, ha come obiettivo la valorizzazione della zona geografica dei cosiddetti “calanchi delle argille azzurre”, per citare la definizione di Leonardo da Vinci, un’area geografica compresa tra i territori di Faenza, Brisighella, Riolo Terme, Castel Bolognese.

Domenica 8 ottobre, ore 18.00, Punto Panoramico Dinosauri (via Pideura, a metà strada tra Oasi e Bulzaga)
Tramonto 505. Musica e poesia. In collaborazione con Camerata degli Ammutinati e Independent Poetry: Michele Fontana: Clarinetto; Letture poetiche di Giorgia Monti, Michele Donati e Monica Guerra.

ph. nell’anteprima di Marco Zarinato

 

 

 

Santa Maria della Vita, Bologna

Santa Maria della Vita, Bologna

Arte e musica a Santa Maria della Vita. 

23 settembre – ore 21

Santa Maria della Vita – via Clavature 8
Lettura di Monica Guerra presso la mostra “Ilario Fioravanti. Epifanie del dolore e della gioia” e visita guidata. Apertura straordinaria fino alle ore 23 (“Compianto sul Cristo morto” chiuso dalle 18.30 alle 19.15 per celebrazione della Messa).
Recitativo della poetessa e scrittrice Monica Guerra, dal titolo “Maddalene” (estratto dal libro “Nella moltitudine” – Il Vicolo Editore) con introduzione, intermezzo e conclusione di musica dal vivo. Il recitativo si svolgerà presso l’Oratorio di Santa Maria della Vita, negli spazi allestiti con la mostra “Ilario Fioravanti. Epifanie del dolore e della gioia”.
A seguire visita guidata alla mostra, in compagnia della curatrice Marisa Zattini.
Prenotazione obbligatoria a didattica@genusbononiae.it

Ingresso all’evento: € 1,00
Ingresso al museo: € 1,00 dalle ore 20 alle ore 23

 

Associazione Tolmino Baldassari – Cervia

Associazione Tolmino Baldassari – Cervia

L’associazione culturale Tolmino Baldassari e la biblioteca di Cervia organizzano un pomeriggio di letture poetiche per celebrare la poesia di Tolmino Baldassari attraverso letture dei testi di quattro poetesse (Franca Mancinelli, Laura Turci, Monica Guerra, Alda Cicognani), intervistate dal critico Gianfranco Lauretano. L’iniziativa fa parte del calendario “Luoghi d’autore” promosso dall’Amministrazione comunale di Cervia.
L’iniziativa si terrà in biblioteca venerdì 22 settembre alle ore 17. Nell’occasione sarà possibile anche visitare la sala-museo dedicata a Tolmino, in cui è stato ricostruito il suo studio e in cui sono conservati i suoi libri. L’illustre poeta cervese, a cui è intitolato anche il parco fluviale di Cannuzzo, proprio di fronte alla sua casa, ha voluto lasciare alla Biblioteca comunale di Cervia i suoi libri. La sala-museo è inserita anche nella guida “Case e studi delle persone illustri dell’Emilia-Romagna” curata dal Servizio Patrimonio culturale della Regione Emilia-Romagna.
Altritaliani

Altritaliani

Su Missione Poesia l’ultimo libro di Monica Guerra che prendendo spunto da luoghi conosciuti, da fatti e personaggi del quotidiano ci fa riflettere sulle barriere che si ergono, o che noi stessi ergiamo – difficili da abbattere ma riconoscibili e da combattere perché in fondo sappiamo benissimo che ciò di cui siamo fatti è anche quello che potremmo diventare, e non solo quello che siamo.

Conosco Monica Guerra da diversi anni e, da sempre, la stimo molto per la sua capacità organizzativa, critica, di relazione e ovviamente per la sua capacità autoriale in poesia. Questa raccolta fonda le sue radici in un’etica filosofica di avvicinamento alla concezione umana di profonda solitudine che costringe l’uomo, sempre più spesso, ad allontanarsi dai suoi simili, a isolarsi – più o meno volontariamente – a interrompere quel filo relazionale di contatti e scambi che da sempre contraddistingue la specie. Non è una poesia senza speranza la sua, c’è una sorta di riscatto, di slancio finale verso la libertà e il recupero di ciò che conta certo, ma è una poesia che fa riflettere sul senso che vogliamo dare al nostro essere parte di questo mondo, e che ci attende, al di là o al di qua di quelle mura, per farsi parte integrante del viaggio e della sua destinazione.

Entro fuori le mura

Non appena si prende visione del libro di Monica Guerra, Entro fuori le mura(Arcipelago Itaca, 2021), la parola del titolo che ci colpisce all’istante è senza dubbio mura: le mura, o il muro sono infatti un elemento che tormenta, per certi versi, l’immaginario collettivo con una prevalenza di significato al negativo. Questa parola suscita immediatamente la visione di un qualcosa che si erge davanti a noi, che ci impedisce la vista di quello che c’è oltre, che ci imprigiona, ci soffoca, limita la nostra mente e i nostri sensi tutti.

Provate a chiudere gli occhi e a ripetervi mentalmente questa parola e vedrete che è così. La barriera che si erge davanti a noi, pensando alle mura – spesso anche se queste rappresentano quelle della nostra casa che per molti, purtroppo, non è solo rifugio, ma diventa prigione – è quindi origine di ansie, angosce, paure più o meno forti, più o meno spaventose. Simbolo di divisione, allontanamento, separazione, incomunicabilità, il muro, o le mura che dir si voglia, in modalità realistica o metaforica – comunque la mettiamo – sono un elemento con il quale ognuno di noi, prima o poi, ha dovuto o dovrà confrontarsi: e, poco cambia, che ci troviamo, o ci immaginiamo, fisicamente o mentalmente, dentro o fuori da questo elemento, al di qua o al di là della barriera perché difficilmente ci sentiremo in una comfort zone, non sapendo né come entrare in quello spazio né come uscirne. Forse, allora, uno dei modi più catartici in cui possiamo imbatterci per metabolizzare quest’immagine e questa forte emozione che ci assale quando la visualizziamo è, possibilmente, la poesia.

Monica Guerra, con questo libro, prendendo spunto da luoghi conosciuti, da fatti e personaggi del quotidiano – principalmente -, con sezioni ben specifiche della raccolta (La misura del vuoto, Istantanee, La paralisi del giorno, Nonostante), tutte precedute da imput suggeriti da versi di grandi maestri della letteratura (da Heaney a Rilke, da Simić a Porta, da Lucrezio a Handke), prova a farci riflettere su tutto questo e ad accompagnarci in un percorso fatto di incontri, di visioni, di pensieri – per la maggior parte calati nella realtà – per dimostrarci come le barriere che si ergono, o che noi stessi ergiamo – sono sì difficili da abbattere ma sono altresì riconoscibili e che, in fondo, dipende principalmente da noi il sapersi destreggiare nelle tortuosità della vita, osservando, interagendo, comprendendo: in fondo sappiamo benissimo che ciò di cui siamo fatti è anche quello che potremmo diventare, e non solo quello che siamo.

Un’altra riflessione che potremmo fare, inoltre, è che da sempre i poeti si sono confrontati con la tematica del muro e, a parte gli esempi dei già citati autori di riferimento di Monica Guerra, non possiamo non pensare allo “scalcinato muro” di Montale in Ossi di seppia limite invalicabile per l’uomo che non può scavalcarlo in quanto ha in cima cocci aguzzi di bottiglia, metafora dell’impossibilità di attingere alla pienezza della vita, di conoscere la felicità, a meno che non si trovi il modo di fare come il falco, che vola in alto e non si interessa di ciò che accade sulla terra… ma il muro resta invalicabile. Non possiamo neanche non pensare al muro del Pascoli, quello che recinge l’orto di casa rendendolo un luogo protetto, difendendo ciò che è intimo e privato : ma il restare al di qua senza voler sapere cosa c’è al di là (al contrario di Leopardi che puntava a immaginare cosa ci fosse al di là della siepe) è comunque un volersi separare dal mondo attraverso una barriera. E poi ci viene in mente il muro di Joyce, ovvero l’incapacità di agire attribuita alla Gente di Dublino, che diventa sia fisica che morale nel momento in cui essi, pur non accettando la condizione in cui vivono, non riescono a rompere le catene affettive, politiche, religiose o culturali che siano, paralizzati come sono da blocchi interiori che creano una mancanza di forza di reazione.

Cinzia Demi

qui l’articolo completo

Zona disforme

CONSERVARE PROCEDERE RESISTERE
con le parole di:
Marilena Renda cit. da Fate Morgane (L’arcolaio ed. 2020)
Guido Mattia Gallerani da I popoli scomparsi (Pequod 2020)
Mario Luzi cit. dal film Incontro a Pienza (Ass. Mendrisio ed. 2014)
Monica Guerra da Nella moltitudine (Ed. Il Vicolo 2020)
Lorenzo Mari da Soggetti a cancellazione (Arcipelago Itaca 2022)
Silvia Bre da Le campane (Einaudi 2022)
Giacomo Cerrai da Iato/Reticolo (2014)

regia fotografia suono montaggio post-produzione Carlotta Cicci e Stefano Massari